Prof. Carlo Vittori

 

 
forza e velocit? che confusione
Scritto da Carlo Vittori   
Gioved? 25 Ottobre 2007 00:00
Courtesy of Carlo Vittori
 

 

Tanto si ? scritto e detto su questi due elementi della motricit? umana ma troppo spesso distorcendone i significati e dandone spiegazioni improprie dei loro rapporti, confondendone la natura e sovvertendone i valori e le funzioni.

Affermando, come si ? letto, una dissomiglianza fra loro soltanto apparente poich?, in realt?, prodotte dello stesso sistema e dalla medesima dinamica di contrazione muscolare, si ? sottolineata una ovviet? tanto banale quanto pericolosa. Si dimostra, cosi di fatto, la difficolt? a chia rirne, invece, le differenze che sono di sostanza, lasciando intendere che ci sia tra loro un rapporto inscindibile d?interdipendenza. Errore concettuale, giacch? relazione esiste, ma ? ad unico senso: ? la forza produrre velocit? e senza ritorno. Leggendo alcuni autori che si sono cimentati sull'argomento, ci si rende conto che, partiti per trattare congiuntamente l'affinit? organica delle loro essenze, hanno finito per occuparsi soprattutto dei temi concernenti la forza, dimostrando la chiusura completa alla concezione della velocit? come subordinata ad essa.

Tale confusione parte da lontano quando si sono volute definire, accomunandole, forza, velocit?, resistenza ed altre qualit? fisiche fondamentali, e cos? trasmesse fino ad oggi, senza aver mai sentito la necessit? di un?attenta e profonda revisione critica. Nella realt? della pratica metodologica si ? invece compreso come sia la forza l?unica qualit? fisica elementare, mentre la velocit?, nella nostra fattispecie, dipende da essa e deve essere considerata, pi? oggettivamente, come l?effetto, il prodotto, ci? che risulta dalla applicazione di una forza. Ecco, quindi, che l'unico rapporto possibile fra loro ? soltanto quello di causa ed effetto.  

La forza ? definita in fisica come la capacit? di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo ed anche qualsiasi causa che abbia tale capacit?. 

In fisiologia ? specificata come l'effetto di contrazione di un muscolo quando viene eccitato da una salva di treni di stimoli nervosi.  

Questa stretta colleganza tra sistema nervoso e muscolare s? evidenza chiaramente nella definizione di " unit? istofunzionale ", quella formazione elementare, indivisibile dell?intero sistema che ne ricapitola la funzione ed ? costituita dal neurone centrale, dal nervo con le sue terminazioni che, tramite le placche motrici, si collegano ad altrettante fibre muscolari a costituire "l'unit? motoria. 

La velocit?, invece, ?  una grandezza fisica che misura la celerit? di spostamento di un corpo, valutabile in prima approssimazione dal rapporto tra lo spazio percorso ed il tempo impiegato a percorrerlo.  Viene quindi facile dedurre che la forza s?identifichi nella "causa" e la "velocit?" nell'effetto. Quest' ultima deve essere indicata come una capacit? complessa ed articolata giacch? strettamente dipendente da une serie di fattori dalla cui migliore integrazione dipende la crescita dei suoi valori. Questi s?identificano: 

1) Nella forza in tutte le sue espressioni: massima, esplosiva, esplosivo-elastica, eccentrico riflessa (stiffness); 

2) Nella tecnica del gesto prestativo, con le due componenti ?cinematica (spostamenti che i vari segmenti corporei compiono in successione momento per momento) e dinamica (le forze che danno vita a questi spostamenti)? ; 

3) In un pi? basso possibile grado di ?viscosit? muscolare? da favorire dopo un massiccio lavoro di forza, al fine di diminuire gli attriti e facilitare le frequenze dei movimenti in specialit? a gestualit? cicliche;  

4) Nella ricerca di una ritmica pi? redditizia come rispetto della successione ordinata dei movimenti, nei tempi e nelle ampiezze delle sue cadenze; 

5) Nel perfezionamento della tecnica della ?decontrazione? e scioltezza della gestualit?.  

Se ne deduce che non ci sono sollecitazioni dirette della velocit?, ma soltanto interventi sulle diverse componenti che ne influenzano e ne accrescono il suo valore. Nemmeno le prove a massima velocit?, o, ancor meglio "super massima", agiscono direttamente sulla crescita della velocit? , bens? sull'affinamento della coordinazione "intra ed inter muscolare", sulla riduzione del grado di viscosit? e sul perfezionamento della tecnica di "decontrazione e scioltezza" complessiva dei movimenti . Il miglioramento della tecnica e della ritmica si traduce in aumento percentuale della forza applicata rispetto a quella sviluppata. La soluzione del complesso problema della forza, per le discipline che richiedono lo sviluppo di elevate velocit?, si trova, non solo aumentandone la capacit?, ma soprattutto migliorando la rapidit? della sua produzione e sviluppo. Accordare nel contempo le due necessit? (aumento dei valori della forza e della rapidit? ad esprimerla) non ? cosa semplice, ma risolutiva. Mi limiter?, per?, ad enunciare soltanto alcuni principi di una strategia d?allenamento che miri a rendere pi? agevole il raggiungimento dei suddetti obiettivi. 

6) E? indispensabile la formalizzazione di un metodo di allenamento che non solo concili al meglio le due esigenze di cui sopra, ma che contenga, soprattutto, gli elementi, i principi, i criteri e le soluzioni per rinnovare, di volta in volta, anche la organizzazione dei suoi contenuti. La reiterazione pedissequamente stereotipata dei comportamenti che impedisce l?evoluzione dell?atleta. Il metodo deve assolutamente, per definirsi tale e ribadire le sue prerogative, assicurare negli anni la continuit? dei miglioramenti, sia assoluti che relativi, quando non sono pi? possibili i primi. 

7) Il metodo deve prevedere, per le fasce giovanili, lo sviluppo di una maggiore percentuale di lavoro improntato al dinamismo ed alla rapidit? d?espressione della forza, rispetto a quello rivolto alla forza. Negli atleti adulti queste proporzioni vanno pi? equilibrate spostando i volumi pi? verso i lavori per la forza per raccordarne i rapporti a seconda della specialit? e alle necessit? dell'atleta. 

8) Importante ? l'ordine di sviluppo dei due gruppi di esercizi: per la forza e per la rapidit?. Per i giovani lo svolgimento da realizzare in ogni unit? di allenamen to prevede, inizialmente, l? esaurimento delle serie previste per la forza, e quindi, le altre rivolte alla rapidit?; in una esecuzione che si definisce in ?successione"; Per gli atleti maturi, fuori dall'et? della crescita fisica, i diversi esercizi scelti vanno eseguiti in "alternanza? in ciascuna unit? di allenamento. Ci? significa che le serie previste, per l'una e per l'altra capacit?, si alternano, per far s? che quella dinamica si inserisca subito dopo l? altra, per una sollecitazione differenziata del S.N.C, che favorisca la immediata traduzione, trasferimento o utilizzazione della forza in rapidit?. L'arricchimento dei contenuti, e quindi la variazione delle proposte che si pu? ottenere anche soltanto con 8/10 esercizi per tutte le diverse espressioni di forza, ? assai ampia poich? si possono comporre un buon numero di combinazioni per diversi anni.



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